Reddito di cittadinanza
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alessandro.zolla
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Gio Nov 07, 2019 2:46 pm
LABORATORIO REI
Gruppo Territoriale di supporto alla Formazione Continua di Pavia
dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia

INTRODUZIONE:
Il “Laboratorio REI” ha visto la partecipazione di circa 15 assistenti sociali per ciascuno dei 5 incontri effettuati (con un totale di 26 AS che hanno partecipato ad almeno un incontro). Hanno preso parte agli incontri professionisti operanti in quasi tutti gli ambiti territoriali della Provincia di Pavia (ad eccezione di Mortara) e alcune AS dei servizi specialistici di ATS/ASST.

La FINALITÁ del laboratorio è stata individuata in fase di progettazione del percorso (Dicembre 2017): visto che l’introduzione della misura REI ha posto gli AS di fronte a potenziali dilemmi o distorsioni di carattere etico-deontologico, i partecipanti hanno cercato di riflettere sul corretto collocamento professionale all’interno della misura, affinché il lavoro svolto non vada ad alimentare politiche inattive o assistenziali.

Per raggiungere tale finalità si è stabilito di affrontare alcuni nodi critici: 1- qual è e quale dovrebbe essere il ruolo dell’AS all’interno della misura REI?; 2- quale il rischio/opportunità che deriva dall’ampio potere discrezionale connesso alla fase progettuale della procedura?; 3- come coniugare progetti di ampio respiro, con condizioni di lavoro precarie degli stessi operatori coinvolti e/o di Servizi Sociali non pronti ad accogliere una ristrutturazione della propria struttura organizzativa?; 4- come realizzare concretamente una misura di contrasto alla povertà?

Il METODO utilizzato è stato il confronto diretto tra AS più o meno coinvolti (e con differenti ruoli) nella gestione della misura REI. Era stata prevista anche una raccolta di dati (sia ex-ante, sia ex-post), al fine di effettuare un’analisi comparata dell’accesso alla misura e dell’impatto, ma l’imminente avvio di progetti simili, coordinati da soggetti quali “Alleanza contro la Povertà” o della stessa “Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale”, ha portato a sospendere l’attuazione di tale azione.

CONTENUTI DEL LABORATARIO:
Il confronto tra AS di diversi ambiti territoriali ha permesso di far emergere le ampie del sistema in cui è stata calata la misura REI.
Sono risultate evidenti le seguenti criticità:
A- realtà territoriale estremamente variegata: i tempi di attivazione della misura (pur definiti dalla Legge) sono risultati profondamente diversi; i vari Servizi si sono adattati con modalità differenti alla misura, partecipando a forme di ristrutturazione più o meno rilevanti dei Servizi Sociali (in alcuni casi sono nati dei sotto-servizi specifici, in altri casi ci si è limitati ad assicurare il minimo indispensabile affinché gli utenti potessero continuare a percepire il contributo); si sono registrate notevoli differenze rispetto alla dotazione di personale e di strumentazione tecnologica; il ruolo dell’AS è stato interpretato in modo ampiamente differente da Dirigenti o Responsabili dei Servizi, con definizioni di compiti svariate (dall’assunzione di un ruolo prettamente amministrativo, a funzioni di controllo, alla sovrapposizione di compiti, ecc.);
B- mancata cura di alcuni aspetti essenziali della misura: la costruzione/rafforzamento di una rete integrata di servizi, prevista dalla misura, è stata demandata ai singoli ambiti territoriali, con risultati differenti e, frequentemente, con difficoltà di coinvolgimento/relazione con servizi essenziali (difficoltà nei rapporti con INPS e con le Agenzie per il Lavoro; mancanza di coinvolgimento dei servizi specialistici sanitari); difficoltà nel centrare i progetti sul tema del lavoro (tra i vari motivi, il più evidente è la richiesta all’utente di attivazione in ambito lavorativo successiva all’assegnazione dei contributi); assenza o inefficacia di politiche nazionali o territoriali per la promozione del lavoro; svariate altre problematiche minori ma di ampia rilevanza (ad esempio, il denaro versato a persone dipendenti da gioco o sostanze, senza possibilità di fermare tale processo, ecc.); difficoltà di carattere “tecnico-amministrativo”, relative ai rapporti con INPS, all’inappropriatezza dello strumento ISEE, alle difficoltà derivate dai continui problemi rilevati sul portale informatico, ecc.


A fronte di queste criticità, sono emersi anche elementi positivi, quali:
A- la riflessione e la ridefinizione dei “confini” e delle strategie dei Servizi: in alcuni ambiti, sulla spinta della misura, sono stati realizzati nuovi sportelli destinati alla “prevenzione” o al “lavoro”; si è potuto registrare l’accesso di nuovi utenti, i quali, pur con notevoli difficoltà, si erano sempre tenuti lontani dai Servizi Sociali; le risorse a disposizione hanno permesso di provare ad attuare quel “welfare generativo” promosso nelle aule universitarie ma spesso trascurato nella realtà lavorativa;
B- assunzione di nuovo personale: pur con condizioni contrattuali non sempre ottimali, la misura ha permesso di inserire nei Servizi nuove figure professionali (AS ma anche amministrativi, educatori, psicologi, ecc.);
C- utilizzo positivo delle risorse da parte di alcuni utenti: la misura ha permesso agli utenti di beneficiare di risorse supplementari che, in alcuni casi, sono state destinate a finanziare progetti propedeutici alla ricerca di lavoro (formazione professionale, sostegno per particolari condizioni di difficoltà – casa, nido, ecc. -).

ELEMENTI DI CARATTERE DEONTOLOGICO
Il gruppo di AS che ha partecipato al Laboratorio ha rilevato come, in linea teorica, alcuni princìpi e strumenti indicati nella misura REI siano congrui con diversi articoli del Codice Deontologico. In particolare sono sembrati particolarmente inerenti alla misura i seguenti articoli:
- art. 5: “La professione si fonda … sulla affermazione dei principi di giustizia ed equità sociali”;
- art. 6: “La professione … ne valorizza l’autonomia [delle persone], … la capacità di assunzione di responsabilità; li sostiene nel processo di cambiamento …”;
- art. 11: “L’AS deve … promuovere la autodeterminazione degli utenti … in quanto soggetti attivi del progetto di aiuto …”;
- art. 36: “L’AS deve contribuire alla promozione, allo sviluppo e al sostegno di politiche sociali integrate …”;
- art. 38: “L’AS deve … ricercarne la collaborazione [con i soggetti attivi in campo sociale] per obiettivi e azioni comuni, … superando la logica della risposta assistenzialistica e contribuendo alla promozione di un sistema di rete integrato”.
Questi enunciati sembrano essere perfettamente coincidenti con gli obiettivi della misura e con il mandato dell’AS all’interno del sistema integrato di gestione del REI.

CONCLUSIONI
Durante i vari incontri il gruppo di lavoro si è mosso su due piani distinti ma connessi.
Da un lato, ci si è concentrati sul piano pratico, concreto, tecnico: il confronto ha fatto emergere l’importanza di confermare (o eventualmente smentire) le impressioni, attraverso la raccolta di dati; inoltre, il gruppo ha evidenziato la necessità di costruire uno strumento snello ed efficace di comunicazione tra i vari ambiti, al fine di scambiarsi informazioni di carattere tecnico e ottimizzare la gestione amministrativa dei processi. Come già scritto in precedenza, la raccolta dati è stata attualmente “congelata” mentre si sta valutando quale strumento di comunicazione possa essere più efficace ed efficiente per mettere in contatto i vari operatori coinvolti nella misura.
Dall’altro lato, il gruppo ha elaborato un notevole ventaglio di riflessioni, su un piano etico e deontologico: il confronto tra gli articoli indicati nel paragrafo precedente e quanto riscontrato nell’applicazione concreta della misura ha permesso di evidenziare forti discrepanze. In particolare, obiettivi quali la valorizzazione dell’autonomia, il sostegno nel processo di cambiamento, la promozione dell’autodeterminazione dell’utente non possono essere perseguiti in un contesto locale (e nazionale) caratterizzato dalla scarsità di opportunità lavorative o di servizi rivolti alla fascia più fragile della popolazione; allo stesso tempo, si è rilevata l’impotenza dell’AS nel momento in cui è chiamato a sviluppare, promuovere e perseguire un sistema integrato di servizi e risorse ma, non ricoprendo solitamente qualifiche e ruoli apicali nei propri ambiti di lavoro, non ha una reale possibilità di incidere sulle politiche e sulle relazioni tra enti differenti.

Concludendo, si ritiene di affermare che il REI possa essere considerato una misura teoricamente valida ma, al momento, non pienamente sfruttata. Nelle condizioni rilevate nei vari ambiti, il ruolo dell’AS rischia di essere frainteso (“controllori” - peraltro nei confronti di soggetti sui quali, in assenza di altre opportunità, sembra eticamente corretto rifiutarsi di “infierire” -), svalutato (“passacarte”) o persino contrario alle responsabilità poste dal Codice Deontologico (in posizione distante da quella di “promotori di un cambiamento”) per via di un sistema che frequentemente finisce per agire in modo opposto agli obiettivi iniziali (promozione di assistenzialismo, anziché autodeterminazione).
Al fine di rispettare quanto previsto dal Codice Deontologico, il gruppo di AS che ha partecipato al Laboratorio ritiene indispensabile segnalare:
- l’assenza (e la poca possibilità di incidere nella costruzione) di un sistema territoriale integrato, necessario per una piena applicazione della misura;
- la mancanza o inadeguatezza di politiche per il lavoro destinate alle fasce di popolazione più fragile;
- la conseguente discrepanza tra obiettivi iniziali della misura e reali risultati ottenuti o ottenibili;
- l’incongruenza tra una misura “ad ampio respiro” e la presenza di operatori con condizioni contrattuali precarie e a tempo determinato.
Il confronto tra servizi di diversi ambiti ha permesso di far emergere come, anche a livello locale, siano emerse nuove opportunità, metodologie, strategie, idee ma tali innovazioni sembrano essere frutto, principalmente, della capacità di resilienza e adattamento di cui dispongono gli attori del sistema di welfare. Si tratta, comunque, di risultati certamente notevoli e rilevanti, soprattutto per quanto riguarda gli effetti positivi che potranno produrre sul territorio e sulla popolazione.
Se si intende, però, realizzare una reale misura di contrasto alla povertà, è indispensabile aprire una riflessione finalizzata a sostenere una modifica strutturale del sistema, con particolare riferimento alle politiche di welfare e di lavoro.
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